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press release dolomiti rescue race
press release dolomiti rescue race per quelli di voi che non ci sono mai stati (e dovreste davvero farlo!), le dolomiti sono una gamma di spettacolari montagne di roccia calcarea situate nell’estremo nord italia, immediatamente a sud delle alpi austriache, destinazione di fama mondiale per l’arrampicata e le vie ferrate. conoscendole, la notifica nella mia casella di posta con l’invito alla 5a edizione della dolomiti rescue race, ha subito risvegliato il mio interesse. una rapida occhiata al video dell’edizione dello scorso anno, ed ero completamente catturato. la gara, che copre dieci miglia attorno al monte antelao, include una corsa in salita a prova di polmoni attraverso boschi e alti pascoli, fino ad una cima dove sono installate delle corde fisse per proteggere il passaggio lungo una cresta rocciosa ben esposta. da qui, una ripida discesa di 1400 metri (inclusa una calata in doppia da 35metri) porta alla cittadina di pieve di cadore, dove il chilometro finale comporta l’assemblaggio e trasporto della barella fino all’arrivo nella piazza centrale, di fronte ad un pubblico estasiato dopo aver velocemente cercato tra i membri del bsaru chi potesse essere pronto con poco preavviso, sono riuscito a mettere assieme un solido quartetto – non proprio dei giovanotti, ma di sicuro una squadra che, speravo, si difendesse bene di fronte ad una opposizione molto agguerrita. due di noi sono scalatori abituali, e con una serie di allenamenti in roccia preparati alla svelta, abbiamo portato rapidamente anche gli altri due compagni ad acquisire le abilità necessarie per i tratti di corda. mi erano arrivate voci che anche una squadra di aberdeen avrebbe partecipato all’evento, il che di sicuro aggiungeva pepe alle nostre preparazioni! la gara è stata ideata nel 2011 dal capo stazione supremo del soccorso alpino locale marco da col come un’opportunità per i membri del soccorso alpino di incontrarsi in circostanze serene dopo che varie tragedie in interventi (tra le quali un elicottero precipitato e una frana) in rapida successione avevano privato la comunità del cnsas dolomitico di sei preparatissimi e amati componenti. il briefing pre-gara del venerdì sera è stato un assaggio di ciò che avrebbe atteso le squadre dei borders e degli aberdoniani – arrivati dopo un viaggio insidioso tra voli cancellati ed una corsa all’ultimo minuto da verona, entrambe chiamate sul palco e calorosamente accolte dalle altre 34 squadre. il nostro primo sguardo alla squadra di aberdeen è stato scoraggiante a dir poco. quattro impazienti ragazzotti in forma, scalpitanti e tenuti al guinzaglio dal loro capostazione scott stevens. con una somma di età di 196 anni, la nostra squadra era la più anziana, e il giorno della gara albeggiava con la sensazione irrequieta che avremmo mangiato polvere. le squadre devono trasportare tra i loro quattro componenti due corde da 60 metri, e varie attrezzature di protezione oltre all’abbigliamento per il cambio. abbiamo distribuito le nostre corde tra i due corridori più forti. la lunga salita dopo la partenza si è trasformata presto in un lungo serpente di concorrenti sbuffanti e affannanti lungo il percorso, attraverso un ripido bosco per circa 1000 metri verticali. ho raggiunto il tratto più alto del percorso assieme al mio compagno di squadra e partner di molte altre precedenti strategie di gara, ian stark. siamo stati felicissimi quando dopo pochi minuti gli altri due componenti, bob mckeand e duncan buchanan, hanno raggiunto la cresta – uno in un bagno di sudore, l’altro come se fosse stato a fare un giretto in giardino (non dico chi era chi, lo noterete dalle foto!). ciò che ci ha deliziati ancora di più però, è stato il fatto che i fanciulli del dream team di aberdeen non erano ancora apparsi! una volta indossata l’attrezzatura di protezione, ci siamo incamminati verso le corde fisse, in stile via- ferrata. l’allenamento svolto nelle ultime tre settimane si è dimostrato efficace, e un paio di vigorose versioni di flower of scotland e qualche pauroso scricchiolio ci ha visto arrivare sani e salvi al termine della parte tecnica. la corsa da qui all’inizio della calata era in piano, e abbiamo orientato i nostri sforzi concentrandoci nel non perdere terreno contro le squadre che ci seguivano. dopo aver eseguito senza incidenti la calata con corde prese in prestito, ci siamo diretti verso gli ultimi chilometri di discesa ammazza-ginocchia su un rapido sentiero boschivo dai 2100metri ai 1000metri. qui, ai bordi della cittadina, dovevamo assemblare un’antiquata barella con la quale avevamo fatto una breve conoscenza la sera prima, e correre l’ultimo chilometro di gara sbandando tra gli spigoli dei muri e rimbalzando su e giù dagli scalini sulla sua ruota singola. l’accoglienza all’arrivo è stata straordinaria, ma anche questa largamente superata un paio di ore dopo, quando, tutti e nove componenti delle squadre scozzesi, abbiamo fatto l'entrata in scena nel tendone indossando i nostri kilt. il tetto del tendone si è sollevato ai fischi e boati di varie centinaia di entusiasti italiani. mi piacerebbe raccontarvi delle dodici ore di festa che hanno seguito, ma sembra che non le ricordi molto chiaramente. deve essere l’età…per entrare nel soccorso alpino italiano, i candidati devono dimostrare l’abilità di scalare da primo almeno il 4° (italiano), capacità di arrampicare su ghiaccio e di essere abili sci alpinisti, tra le altre cose. tenendo questo a mente, il fatto che la squadra dei bsaru cosiddetta “rolling stones” e quella dei loro colleghi di amrt cosiddetti “boyzone” si siano piazzati rispettivamente in 25° e 30° posizione, con così poco preavviso e ripasso tecnico, è stato estremamente gratificante. l’ospitalità che ci è stata offerta, e il caloroso benvenuto che abbiamo ricevuto come uniche due squadre straniere è stato sinceramente commovente. stare in mezzo a volontari del soccorso alpino italiano in uno sforzo collettivo per stare bene assieme e lasciare dietro le spalle i loro recenti traumi e le perdite di amici personali è stato un grande onore. e’ un’esperienza che ha cambiato tutti noi. per ulteriori informazioni su border search and rescue unit, potete visitare la pagina web bsaru www.bordersar.org.uk (o cercare su google bsaru).
damon rodwell, press officer, border search and rescue unit